The King's Speech (2010) di Tom Hooper


prima recensione, scritta un annetto fa, per "promuovere" questo film e farlo vedere ad un paio di classi  di un liceo, durante un'assemblea al posto di "Sherlok Holmes - Gioco di ombre" (con tutto il rispetto per Ritchie, Downey Jr, Law, etc.)



Pur parlando di regnanti inglesi, il film è incentrato sull'uomo Giorgio, e su come lotti contro il suo problema (la balbuzie) che rende difficile l'idea di salire al trono, succedendo il padre morto, dopo l'abdicazione del fratello, che preferisce sposare una donna dalle dubbie moralità agli obblighi di corte. La posizione e il ruolo del futuro Giorgio IV lo spingono a non accettare subito un aiuto da chi gli sta accanto, a vedere come ciarlatani tutti quelli che si offrono di risolvergli il problema. La moglie convince Giorgio ad un ultimo tentativo, da un logopedista (attore fallito) che usa metodi alternativi, che spiazzano il "Re" fin dalla prima sedute, sia con i metodi che con il comportamento nei confronti del regnante. Le scene delle sedute sono spassose, divertenti, quasi tendenti al grottesco, ma mai ci arriva (per fortuna). La musica è sapientemente scelta in ogni scena: in ogni singola situazione l'accompagnamento musicale delizia le orecchie, amplificando quelle che sono le emozioni dei protagonisti. Nel secondo tempo cambia registro: il film diventa più serio, più profondo: si cercano i motivi che hanno portato alla balbuzie, la musica diventa eccessivamente incalzante, quasi fastidiosa: ogni sequenza sembra quella finale, quella decisiva. 
Complessivamente il film piace, i 111 minuti scorrono agevolmente, con non troppe risate e alcune riflessioni sul potere, sulle conseguenze e sulla vita di questi regnanti, che rimangono comunque persone con problemi, gioie e dolori. Il film è incentrato, più che sul Re, sul rapporto che si crea con un comune logopedista, e su come questa amicizia vera, profonda e sincera, insieme alle tecniche "bizzarre" del logopedista, riescano a risolvere, pian piano, il problema. Gli altri personaggi vengono solo abbozzati e servono da contorno per il film; allo stesso modo gli eventi storici (dal discorso di Hitler al Reich, a quello del protagonista che dichiara guerra al popolo tedesco) servono a contestualizzare la storia, senza però influenzarla in alcun modo. 
Grande Firth nel ruolo di Giorgio (quest'interpretazione gli vale l'Oscar come miglior attore nel 2011), piacevolissimo Rush che interpreta il logopedista (famoso negli ultimi anni per aver ricoperto il ruolo di Barbarossa ne "I pirati dei caraibi") e perfetta Bonham Carter come ideale first lady: aiuta il marito senza mai farsi vedere.

Commenti

  1. ecco un film che ogni tanto rivedo volentieri. i toni da quasi commedia nell'interazione tra i due personaggi principale, non banalizzano mai la Storia che scorre sotterranea ma non troppo. Il fratello maggiore abdicò per amore di una donna che forse era anche una nazista o per lo meno simpatizzante. Tutto si gioca e si ritma sui discorsi, gestiti dai vari personaggi secondo la loro capacità. Notevole come un re balbuziente e conmtrovoglia (ma responsabile e coraggioso) sia lla fine riuscito a sconfiggere un fuhrer eloquente e carismatico (ma folle e vigliacco). il discorso finale, col secondo movimento della settima sinfonia di bbethoven è esaltante, e a me molti passi di quel discorso - sul dovere di contrastare ciò che si presenta come male basato sulla mera forza superiore, e sull'unico diritto di sopraffazione del più forte - piacciono moltissimo

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Interpretazioni pazzesche. Personaggi caratterizzati approfonditamente. La storia che si fonde con la Storia, senza che nessuna delle sue sovrasti l'altra o distragga lo spettatore. Davvero un bel film!

      Elimina

Posta un commento

SCRIVI PURE: chiunque spara cazzate, perché non dovresti tu?

però ricorda, se devi offendere, fallo con stile!

ARCHIVIO

Mostra di più