Psyco (1960) di Alfred Hitchcock

rivisto con gli amici, di notte, al buio, dopo una cena leggerina a base di hamburger, anelli di cipolla fritti, pane al sesamo fatto in casa, lattuga e pomodoro...non so se i sussulti erano solo di paura o anche di cattiva digestione...



Tratto da un romanzo, che spero di poter recuperare al più presto, romanzo basato a sua volta sulla vita di Ed Gein (il macellaio di Plainfield), questo film ci racconta una storia, o meglio più storie, o ancora meglio, l'interrompersi di tante storie, e di come queste storie interrotte si incontrino. Il critico Enrico Ghezzi ha paragonato l’urlo di Janet Leigh al più famoso quadro di Munch, definendo quello della donna come il più terrificante della storia del cinema (Enrico Ghezzi. Paura e desiderio). Gli attori sono tutti perfetti, a partire dal protagonista; Perkins pazzo, mai più potrà levarsi questa "maschera" di dosso, proverà a fare ancora due sequel della pellicola, uno come attore e l'altro anche come regista, e poi, nel 1990, anche un filmtv sempre ambientato nel Bates motel.
Questa pellicola non è la migliore di Alfred, ma sicuramente una dei migliori della storia del cinema: i movimenti di macchina sono perfetti, solo al momento giusto, per farci vedere qualcosa che altrimenti non abremmo potuto vedere; novità non indifferente fu la conoscenza anticipata della vittima e non del vero protagonista della pellicola: anche se inizialmente, ma anche fino a metà film, non capiamo chi sia il vero protagonista.
Molto forte per l'epoca, dal teschio, alla morte di Arbogast all'assassinio padre di ogni altro assassinio della storia del thriller. 
La pellicola costa 806.974$ e ne incassa 15000000 (in un’epoca in cui il biglietto costava 70 cent) battuto solo da Ben Hur che, nello stesso anno, era costato 16 volte tanto; ad oggi si parla di circa 50000000$.
La colonna sonora è geniale, usata nella maniera migliore possibile: angoscia quando deve, mai esagerata, sembra naturale in ogni scena, e sembra che nient'altro possa starci. 
Nella scena della doccia troviamo il primo montaggio veloce, animato, frenetico, che deve dare il senso di questo omicidio senza sangue (per evitare la censura) e che seppur consumato in una doccia ci impedisce di vedere anche solo una chiappa o una tetta della meravigliosa Jeannet Helen Morrison (Saul Bass dichiara di aver lui stesso girato, per prova, la scena che poi sarebbe finita nel montaggio originale). Altra scena memorabile, seppur meno famosa, quella dell'omicidio di Arbogast, dove la camera si muove, per non farci capire quale sia la vera identità dell'assassino, senza che non ce ne si accorga (questo "accorgimento" permette di seguire il poliziotto lungo le scale, senza per questo distrarsi, e senza capire (con zoomate su particolari o dettagli) che sta per succedere qualcosa).
Il marketing poi (affidato a Wasserman) decretò il successo del film: nessuno doveva sapere il finale prima degli altri, compresi i giornalisti la cui visione, in anteprima, venne annullata dallo stesso regista poche ore prima. Ad aggiungersi trailer, manuali inviati ad ogni proprietario di cinema, cartonati del regista che invitavano alla puntualità e frasi registrate dello stesso regista che ricordavano che nessuno poteva entrare in sala dopo l'inizio del film (all'epoca era prassi entrare al cinema quando capitava e vedere il film più volte nell'arco della giornata), fino ad arrivare agli ombrelli "offerti" dal regista alla gente che aspettava fuori dai cinema di Los Angeles. 
Set bloccato, come ci viene raccontato nel biopic di Gervasi, ma più per trovata pubblicitaria che per sicurezza.
Il film viene bollato subito come di serieB, come film immorale e come istigante all'omicidio (a quest'ultima il grande Maestro Alfred risponde dicendo che da sempre la gente si è uccisa, non quindi a causa del suo film la gente prende coltelli e sgozza altra gente).  
Immancabile il cameo di Alfred, fuori dall'ufficio di Marion in una delle prime sequenze (in una inquadratura c'è, in quella dopo, identica, è scomparso).
Il riferimento agli uccelli potrà essere capito solo 3 anni dopo l'uscita di Psycho.
Seppur rivisto da "adulto", conoscendone già finale e assassino, un paio di sussulti si hanno durante la visione.



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