La grande bellezza (2013) di Paolo Sorrentino - #recensionedimassa

fare le recensioni è come fare l'amore, in più si è e meglio è!!! Solo che stavolta, dopo una visione in diretta tramite l'asse Sicilia-Piemonte-Svezia, le recensioni/risposte non sono arrivate tutte, quindi per ora pubblico solo quelle mie e quelle del mio tecnico-a-distanza di fiducia. Attendendo gli altri, metto le loro iniziali lasciando lo spazio vuoto, sperando che tal visione possa incitarli a rispondere al più presto... 






Prima delle risposte (come sempre) una brevissima, sintetica e minuscola presentazione di ognuno:
Pietro: 25, uomo, studenteincercadilavoropartime, pizza con kebab
Fabrizio:  24, uomo, studente, pasta

  1 - Riassumi la trama in meno di 89 parole.

F: Protagonista del film è Jep Gambardella, uomo mondano (anzi re dei mondani come dice lui stesso) trapiantato a Roma da giovane. Giornalista e scrittore (scrisse un unico libro ma che ebbe grande successo), si aggira per una Roma sorniona, vista nella sua bellezza storica e architettonica. Arrivato all'eta di sessantacinque anni, è stanco di quel vuoto intorno a lui e, spinto dalla morte di alcune persone attorno a lui, decide di riprendere a scrivere romanzi.
P: uno scrittore fallito cazzeggia per Roma, altre persone cazzeggiano per Roma, lo scrittore ha amici strani e partecipa/organizza/distrugge feste strane. tanti morti, alcuni inspiegabili, riempiono la pellicola fino a farla diventare un lungometraggio.
R:
V:

  2 - "con il montaggio implacabile (di Cristiano Travaglioli), la colonna sonora (di Lele Marchitelli), che stordisce con la disco music e incanta con la musica sacra, una sceneggiatura (di Sorrentino, che è un vero scrittore, e Umberto Contarello) veloce e crudele." da la recensione su La repubblica di Natalia Aspesi sei d'accordo?
F: In parte d'accordo. La colonna sonora è ben bilanciata tra disco music e musica sacra, viene utilizzata quando serve ed è funzionale a trasmettere emozioni. Montaggio troppo veloce in alcuni punti. Sceneggiatura molto debole per quasi tutto il film.
P: La colonna sonora non mi è piaciuta, è caciarona, esagerata, si passa dalla disco alla sacra senza soluzione di continuità, e la cosa da alquanto fastidio. Stesso ragionamento può farsi per il montaggio, frenetico, inconcepibile, a volte non ci fa davvero capire cosa stiamo vedendo, se la realtà, o un sogno, o i pensieri di Jep (sembrano più una decina di corti che un unico film). Altra critica ai movimenti di macchina, per me esagerati (anche se la scena della festa è davvero ben fatta e rende l'idea del movimento, della frenesia, del fatto che nessuno capisca niente, del distacco di tutte le persone), e a volte sono una vera istigazione alla nausea (oltrechè ripetute più volte, troppe volte).
R:
V:

3 - Alcuni hanno paragonato questo film a "La dolce vita" di Fellini, cosa ne pensi al riguardo?

F: Non ho visto “la dolce vita”. Shame on me! Da quello che so del film di Fellini, credo che i due film siano profondamente diversi.
P: Parafrasando Carlo Rienzi (http://www.huffingtonpost.it/carlo-rienzi/la-grande-bellezza-e-una-grande-delusione_b_4588987.html) è una grande bestemmia. La scelta del titolo (articolo-aggettivo-sostantivo) riprende il capolavoro felliniano, ma credo che i paragoni possano fermarsi tranquillamente lì.
R:
V:

4 - Il cast ti è sembrato appropriato?

F: Cast buono, spicca su tutti Toni Servillo che ci propone un'eccellente prova di interpretazione.
P: A parte Servillo, che recita bene (seppur odii il suo napoleggiantemento), il resto mi è sembrato vacuo, spesso fuoriluogo, inutile e in certi casi dannoso, come Verdone che fa uno dei suoi personaggi da Viaggi di nozze invecchiandolo e ingrassandolo un pò; Carlo Buccirosso che avrebbe voglia di avere rapporti sessuali casuali con gran parte delle donne presenti in scena comunicandolo loro con frasi in napoletano alquanto esplicite; o la Ferilli, che chiamare attrice mi sembra un offesa per la madre di famiglia che la domenica pomeriggio va a fare le prove nell'oratorio per fare L'avaro di Moliere a "fine corso"; o l'impalpabile Giorgio Pasotti nel ruolo del tizio con le tante chiavi; o l'enorme Serena Grandi, che interpreta sè stessa mentre interpreta sè stessa; o Venditti di cui non ho capito il mini-cammeo.
R:
V:

  5 - Questo film è un omaggio a Roma?
F: Si e no. Sì, rispetto alla sua bellezza, no, rispetto alla società romana.
P: No! sfrutta Roma e la sua bellezza, ne approfitta e sfrutta la fama di Roma all'estero per potersi far riconoscere.
R:
V:

  6 - Cosa hai pensato a fine visione?
F: Devo vederlo un'altra volta per farmi un'idea precisa.
P: Un film vuoto per raccontare la vuotezza dell'italia del 2013; l'unica critica buona era quella all'arte contemporanea, abbandonata dopo poco, purtroppo; 142 minuti pesanti da far passare; nello stesso tempo avrei potuto vedere 4 puntate di twin peaks, 3 di breaking bad, 7 di the big bang theory, 1.57 videodrome, 1.1 pacific rim, 1.18 slumdog milionaire, 1.7 borat (credo di aver reso l'idea). Eccettuata la scena della festa, il resto è un mediocre film italiano, appena sopportabile alla visione.
R:
V:

  7 - Questi sono i 7 motivi per cui dovrebbe vincere... 
F: Il primo motivo, secondo me, è vero. É un film che piace agli americani, un film molto italiano, Roma, italiani cialtroni, un campano...insomma le solite cose. Il secondo motivo è più una statistica che un dato di fatto. Terzo motivo: non mi esprimo. Quarto motivo: una cazzata. Quinto motivo: altra cazzata. Sesto motivo: boh, conteggi, lunghezze, rigori... Settimo motivo: mah, Il divo mi è piaciuto molto ma non so se fosse da oscar.
P: sfortuna, tette e "se lo merita", in linea di massima le motivazioni più comuni che gli esaltatori adducono al loro pensiero.
R:
V:

  8 - È un film da oscar ? Ha meritato il globe?
F: Non credo che sia un film da oscar. Non ho seguito la premiazione del Golden Globe per cui non so rispondere.
P: No, però credo sia una pellicola (per gli attori "famosi", le inquadrature nauseabonde e il montaggio frenetico) che possa gustare particolarmente agli americani, che vedono in questo il film "d'autore europeo".
R:
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  9 - E la Santa? E i turisti giapponesi?
F: Nel film c'è anche una critica alla Chiesa Cattolica e alla sua attuale dissolutezza di alcuni suoi componenti (di questi tempi è mainstream). Di contro la santa serve a dare la morale spicciola e banale verso una soluzione alla depravazione mostrata in tutto il film. La scena iniziale dei turisti giapponesi, insieme al coro (in lingua latina??), sono la scena più incomprensibile del film.
P: Non mi è molto chiara la scelta di collocare questi personaggi, non sono riuscito a coglierne l'utilità all'interno della pellicola e/o della storia (secondo alcuni che il cinese della prima scena muore per la sindrome di Sthendal e che vorrebbe essere una citazione/omaggio ad Argento). La Santa poi vorrebbe essere una critica al clero ormai poco dedito alla religione e alla religiosità ma più interessato a mangiare (in ogni declinazione possibile del verbo), ma ci riesce poco, e male. Lo spiegone finale poi è odiosamente e tipicamente italiano.
R:
V:


Poi si scopre che il buon Paolone è migliore come giornalista che come sceneggiatore (almeno per il mio personalissimo punto di vista).  





Questa volta non il trailer ma la seconda scena, l'unica per cui valga la pena vedere il film (prontamente rimossa da R.T.I.) e allora torna il trailer


Qui invece un bel trailermashuppone davvero degno di nota



e poi ci sono i geni, quelli veri

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