Allacciate le cinture (2913) di Ferzan Ozpetek - #recensionedimassa

IMA mi ha "costretto" (le virgolette sono solo per essere politicamente corretto) ad andare al cinema, pagare un biglietto e vedere questo film...non essendo in grado di fare una recensione da solo ho "coinvolto" (vedi sopra) alcuni amici e una blogger per buttare giù qualche parola sulla pellicola







Prima delle risposte (come sempre) una brevissima, sintetica e minuscola presentazione di ognuno:
Erica: 21, donna, studentessa, patate
Vera: 26, donna, studentessa, dolci e fritture miste
Pietro: 25, uomo, studenteincercadilavoropartime, pizza con kebab





1 - Racconta la trama in 89 parole.
E - una ragazza e un ragazzo con personalità completamente opposte tradiscono i rispettivi partner e finiscono per sposarsi. Lui continuerà a metterle le corna per tutta la storia con diverse donne, lei riuscirà a coronare il suo sogno di avere un locale con il suo migliore amico gay. Lei scopre di avere il cancro e per tutta risposta il marito se la scopa sul letto di ospedale. In un attimo di romanticismo la porta nel posto dove hanno scopato la prima volta e si rivedono da giovani;
V - due ragazzi,totalmente diversi per cultura e stile di vita,si invaghiscono finendo per innamorarsi,tradendo i rispettivi fidanzati,che a loro volta avevano una storia segreta prima del tradimento suddetto. Nonostante il matrimonio tra i due protagonisti,lui tradisce la moglie ripetutamente. Lei nonostante ne sia consapevole, continua a far finta di nulla sopportando i tradimenti. Nel campo lavorativo invece,ottiene soddisfazioni riuscendo ad aprire un locale col suo migliore amico (gay). Successivamente scopre di avere un cancro,ed è in questa occasione che riscopre insieme al marito quanto in realtà,nonostante tutto si amassero,e lui le dimostra il suo amore facendo l'amore con lei nonostante il suo aspetto logorato dalla chemio;
P - una storia d'ammore senza senso, con sfondo una seconda storia con ancor meno senso, un pò di fantascienza (dei giovani che intraprendono un'attività e hanno successo è degna di Matheson o Heinlein) e qualche gay messo lì a caso, giusto perché fa alternativo e di sinistra;

2 - Quanto pensi abbia influito la colonna sonora nel trasmettere emozioni?
E - abbastanza, ma credo sia usata un po' male...;
V - riguardo la colonna sonora beh,io adoro Pasquale Catalano,mi suggestiona sempre molto per cui si,ha influito abbastanza nel trasmettere le emozioni;
P - a parte "a mano a mano" del buon Rino crotonese, con la quale hanno frantumato gli zebedei con quell'insostenibile trailer, il resto non mi ha trasmesso nulla, o meglio non ricordo alcun brano o pezzo (tranne uno, utilizzato benissimo, credo sia "tema di Elena" utilizzato in due scene consecutive, una d'amore e una di rabbia, e che, in entrambi i casi, non riusciva a trasmettere nient'altro che il nulla più totale)

3 - Cosa ti è rimasto della storia d'amore?
E - che alcune storie d'amore, d'amore hanno ben poco...ma probabilmente valgono la pena di essere vissute anche quelle;
V - della storia d'amore in realtà mi è rimasta l'amarezza del vedere una donna che accetta i tradimenti facendo finta di nulla. Mi è piaciuta molto anche la scena in cui fanno l'amore in ospedale, molto toccante, ma l'ho vista più come un "salvarsi in calcio d'angolo" da parte del marito, pentito per tutto il male che le aveva fatto;
P - a parte il fatto che lei sia stata per un bel pò con uno che la traduceva (ma che nel film mi ha fatto pure pena, anche quando ho scoperto che era una merda), della storia d'amore mi è rimasto più di ogni altra cosa quanto l'amore sia irrazionale e un pò stronzo; 

4 - Qual è stato il personaggio che ti ha colpito di più e perché?
E - la parrucchiera amante di lui. Credo sia il personaggio meglio costruito ed azzeccato. Potrebbe sembrare quasi una caricatura, uno stereotipo, ma rende perfettamente proprio per questo;
V - per lo stesso motivo il personaggio che mi ha colpito di più è lei,la protagonista: a tratti molto forte ed a tratti molto debole, rappresenta buona parte delle donne, che a volte sacrificano una parte di se stesse per la famiglia e per salvare le apparenze, e questo può essere visto come un atto di vigliaccheria ma anche di esrema forza; un altro personaggio molto significativo è stata la ragazza che studiava medicina,poi medico,che in un certo senso è riuscita a tirare fuori la forza della protagonista che si stava ormaI affievolendo;
P - nessuno in particolare, tutti molto piatti e stereotipati, nessuna evoluzione durante l'evolversi degli eventi, odiosissima la bambina settenne che sembrava una via di mezzo tra la psicologa coi capelli rossi di Rai3  e la tata di Sostata;

5 - L'ordine della narrazione degli eventi ha un qualche ruolo sulle tue impressioni finali?
E - secondo me confonde e basta. Il flashback finale sembra messo là solo per fare finire il film bene, non per spiegare o dare una vera conclusione.
V - l'ordine della narrazione influisce sicuramente,soprattutto ovviamente alla fine quando i due si rivedono nel luogo in cui avevano fatto l'amore la prima volta,anche se,in realtà anche quella scena mi è arrivata un pò come un finale da "e vissero felici e contenti"
P - fantascienza pura (vedi punto 1), alla fine loro all'inizio avevano incontrato loro stessi del futuro? e poi quel finalaccio smieloso, giusto per "far finire bene" il film è una spinta al buio;

6 - Riflessioni finali all'uscita dalla sala.
E - mi aspettavo più romanticismo, o meglio, più romanticismo classico, ecco. Forse se fossi partita con meno aspettative me lo sarei goduto di più, comunque, film godibile, tutto sommato;
V - il film in realtà nonostante le piccole lacune mi è piaciuto molto. In generale alcune scene avevano dell'assurdo,come quando lei scopre che la sua migliore amica ed il suo ragazzo se la facevano assieme di nascosto:cioè,ok che loro vi hanno traditi per primi,ma siete stati 4 pezzi di merda  però nel complesso è un bel film,con una bella trama,e cioè che a volte,nonostante gli eventi rendano la vita difficile e quasi impossibile da vivere,si può cmq combattere ed andare avanti;
P - chissà perché il buon Ferzan non se lo son tenuti in turchia a fare questi capolavori? ah vero: lì non hanno un presidente di regione che gli continua a pagare le produzioni...




In diretta da Cipressi e Molotov pure l'opinione di Joey: quello che Ozpetek merita più di ogni altra cosa è il riconoscimento. Riconoscere che si tratta di un regista che sforna film come “Bagno Turco”, “Saturno Contro”, “Mine Vaganti” deve avere un posto su qualsiasi dizionario alla voce “cose sublimi”. “Allacciate le cinture” può tranquillamente rientrare tra quelli che io chiamo “cose sublimi per piangere”. Ma la cosa più bella è che ogni volta che la lacrima tenta di scendere giù, viene ritirata su alla battuta che segue la scena straziante in cui ti butteresti a terra gridando “Ozpetek perché mi fai questo!”. Ebbene è così. Il cast forse un po’ azzardato con il bellone scuro ignorante come una pecora sarda (Francesco Arca per intenderci) ma dal cuore grande e dal gluteo marmoreo, spesso esposto nelle scene più toccanti, a proposito tra le ultime in cui niente può fermare l’amore (sia fisico che come tutti lo intendiamo), nemmeno la malattia, nemmeno l’aspetto emaciato di un corpo che vuole lottare. E l’amore credo sia lottare, e questo film ce lo ricorda più e più volte, finchè alla fine ci lascia così, sospesi, volanti, come quel vento che nelle scene stupende di panorami leccesi, sospinge pensieri e ricordi della dolce Elena (Kasia Smutniak). E poi il nome già: Elena. Elena che si trova in una guerra, con sé stessa, con ciò che prova verso un uomo che prima odia e poi segue in capo al mondo, in capo alla vita con una famiglia. E Ozpetek sa come colpire ancora, quando a tutti noi è già accaduto d’odiare a primo colpo qualcuno per poi ritrovarcelo come parte del nostro cuore. La cosa che più mi ha colpito è stata la solita estrema delicatezza nel narrare la parte amara della vita che purtroppo colpisce un po’ tutti, con quel contorno ironico che ti suggerisce “e fattela ‘na risata pure se non ci sta”. Incongruenza emotiva? No, forse veramente modus vivendi, in cui “A mano a mano” di Rino Gaetano chiude il film e qui sta a noi decidere se alzarci con un sorriso o con un po’ di malinconia ma mai, dico mai, delusi.

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