The Seventh Sign (1988) di Carl Schultz

il titolo di bergmaniana memoria mi ha tradito...




Solitamente recensisco i film perché mi sono piaciuti, oppure perché li reputo in qualche modo interessanti: stavolta si fa un'eccezione, per questa pellicola anni '80 girata dal regista di qualche serie tv di poco successo o qualche altro film sconosciuto a chiunque. Quello che voglio evitare è che qualcun altro possa commettere il mio errore e guardare questa cosa. 
Banalità su banalità, Gesù e la Madonna che tornano, lei che deve partorire il figlio e sacrificarsi (stavolta è femminista, deve sacrificarsi lei e non il figlio) per salvare il mondo intero. 
Una trama senza senso: un marito assente per il lavoro (che poi è incapace di fare bene: cioè far condannare a morte un ragazzo chiaramente con problemi psicofisici ce ne vuole, quando anche in Italia un avvocato di bassa lega riesce a far passare per incapace di intendere e volere un pluriomicida); un tizio strano che arriva e non si capisce che fa, e che lei rigorosamente insegue in mezzo alla pioggia; un parto durante un terremoto che ha dell'esilarante; un'esecuzione nell'esecuzione che va contro tutte le leggi della fisica e della decenza (spiegatemi come può una donna con un ragazzino entrare dentro un carcere dove si sta svolgendo un'esecuzione capitale, e superare ogni tipo di controllo e sicurezza senza che nessuno le dica mezza parola).
Per il resto è un film di una pochezza e una vuotitudine infinita, lento, inutile, noioso, recitato male, girato come una serie tv qualsiasi, con quei colpidiscena o momentiAWWWN che pure mia nonna con l'alzheimer sarebbe in grado di montare. La morale finale è ancora più vuota e senza senso di tutto il film: la fede di uno solo  (e il suo sacrificio) potrà salvare tutti, banalità e beotitudine a livelli oltre 9000.

Cinquemilaottocentoventi secondi buttati nel cesso.






youtube vi ha salvato dal trailer

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