Thermae Romae (2012) di Hideki Takeuchi

visto insieme, e grazie, ai ragazzi di Cinema Podcast
  • il cantante lirico live davvero è bellissimo, la musica non è aggiunta dopo, ma la vediamo, come se si materializzasse davanti a noi, perfettamente integrata con le immagini

  • le scene di nudo, con tutte le inquadrature fatte appositamente per non far vedere le sue pudenda son meravigliose

  • sottotitolo: come un uomo del passato vedrebbe le cose che utilizziamo tutti i giorni; un architetto romano alla scoperta dei cessi moderni

  • è una commedia ma alcuni tratti son terrificanti, soprattutto all'inizio: il regista dimostra di saper far ridere, ma se vuole può anche terrorizzare lo spettatore

  • la scelta della musica è agghiacciante: musica classica per i romani? forse un modo per il regista di richiamare qualcosa di europeo ai nipponici

  • "hanno inventato tutto loro...gli occhi allungati" citazione non casuale, perfettamente inserita nel film

  • CGI grezzissima, ma non ci si pensa, o meglio si è distratti da tutto il resto

  • testi e parole in latino, non sempre immediatamente comprensibili

  • seppur pieno di successo si sente in colpa per aver copiato, ed è un dramma per lui: questo film dovrebbe esser mostrato quantomeno nelle scuole

  • assente totalmente dalle sale italiane, visto solo grazie (per l'ennesima volta) a MyMoviesLive

  • si passa sopra anche al fatto che molti latini hanno gli occhi a mandorla

  • ovviamente l'architetto quando ha bisogno di idee finisce in un negozio di sanitari, quando deve progettare un bagno privato, in delle terme pubbliche quando deve costruire le terme; diciamo pure che è un bel pò fortunello questo architetto

  • "beati i bebè, lodata la loro cacca"

  • le inquadrature da dentro la tazza son meravigliose, sublimi, tutte con un significato universale e un peso specifico estetico altissimo

  • l'imperatore, parlando di Antinoo, racconta come sulle sponde del Nilo assaggiò il "frutto" più dolce e fragrante che mai poggiò sulle labbra (e l'ambiguità schizza alle stelle)

  • la comicità non è banale, il film non è esilarante, ma fa divertire, e molto; e al contempo fa conoscere la storia, o meglio avvicina i ragazzi alla storia romana, in maniera magari stupida o banale, ma di certo lo fa fare col sorriso sulle labbra (e questo aiuta ad approfondire e avvicinarsi più facilmente ad un mondo tanto lontano dal "nostro")

  • il film sembra una via di mezzo tra Mel Brooks e Maidire Banzai, nonsense a manetta, senza però volgarità o sconcezze: una commedia davvero per tutti

  • le scenette comiche sono continue, incastrate l'una dentro l'altra senza soluzione di continuità; niente di nuovo (quasi tutte son già viste o già sentite) ma il COME vengono raccontate le rende piacevoli e godibilissime

  • le terme come simbolo del benessere fisico e mentale; questo film è un pò come le terme del cinema: rilassano e rallegrano, senza far male dal ridere, facendo uscire dalla sala rigenerati, speranzosi per il futuro della commedia demenziale

  • tratto dal manga di Mari Yamazaki (superidolo in Giappone), dicono rispetti fedelmente l'opera cartacea, che sicuramente si è invogliati a leggere dopo aver finito il film; ed è forse questa similitudine e fedeltà al manga a creare maggiormente straniamento nello spettatore, almeno fin quando non ci si abitua e si ci lascia prendere e portare per mano in una terma (terme al singolare diventa termA o rimane termE?!!?)

  • la scelta del nome del protagonista (Lucius Modestus) è significativa, anche più di quello che può sembrare, grazie allo svolgimento dell'intreccio

  • contaminazione è la parola chiave (o forse sarebbe meglio dire l'ashtag) principale del film: tutto è contaminato, dalla lingua alla cultura, dall'evoluzione tecnologica dei bagni agli stili di vita, dai generi di film (peplum, storico, fantascienza, commedia) al cast (si passa dal celeberrimo divo della tv nipponica Hiroshi Abe al "tenore" Walter Roberts)


  • il "bilingual" quando la giapponese arriva a roma è da Oscar

  • finale aperto, ma comunque conclusivo

  • titoli di coda forse più da Oscar del "bilingual"




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