Il polpettone (2017) di Raffaele Imbò

consigliato da un amico, col quale raramente condivido i gusti cinefili e cinematografici, ma stavolta aveva ragione: "mi è piaciuto, e mi ha ricordato molte cose del liceo; apprezzerai anche tu!"
screenshot del film IL POLPETTONE di Raffaele Imbò
Il polpettone è un docu-film di denuncia, di un ragazzo di Ischia che ne ha passate di cotte e di crude al liceo.
Detta così potrebbe sembrare banale, semplice, già visto, un teendrama dalle fosche tinte italiche, e invece no: è un violento, forte, deciso atto di ribellione contro un sistema che fa schifo. Di certo, per fortuna, non una fedele riproduzione di tutto il sistema scolastico italiano, ma una narrazione realistica di quello che succede quotidianamente in centinaia di scuole in giro per tutta l'italia, di presidi dispotici (a causa di leggi fatte a cazzo, pensate solo per semplificare la gestione, e mai per migliorare la didattica o il benessere dello studente), di professori compiacenti, e di genitori che oltre al numeretto da confrontare con quello del figlio degli amici non hanno altri interessi. Il sistema scolastico italiano è da riformare: la gestione degli studenti non funziona, quella dei professori peggio, quella delle risorse non ne parliamo, ma purtroppo una produzione simile, permeata e intrisa della soggettività del protagonista (nonché macchinista, direttore della fotografia, montatore, mixer audio, regista) che ovviamente, a 16/17 anni, vive la cosa in maniera molto più intensa e violenta di quanto non sia (essendoci passato posso dire che in quel momento sembra davvero che il mondo ti crolli addosso, soprattutto se nessuno ha fiducia in te [lui almeno aveva i compagni di classe, i genitori e anche un altro adulto dalla sua] ma ripensandoci dopo ci si sorride amaramente su, e si pensa solo che quello è stato un altro gradino della nostra infima e cruenta educazione alla vita). 
Altro elemento importante è l'incapacità, in questo caso di una classe, di fare gruppo, di unirsi e lottare per qualcosa di più grande, di più importante dei propri beceri interessi, e l'assenza di voglia, ma non di forza, di andare avanti insieme, di crescere come comunità; non solo come singolo. La viltà del singolo che ha paura di chi sta "sopra" di lui, è perfettamente accoppiata alla povertà d'animo di docenti che, dall'alto della loro ignoranza, maltrattano gli studenti pur di dimostrarsi superiori e migliori, come se la scuola fosse una gara e non un luogo dove si va ad imparare e lavorare, mentre per molti, troppi docenti, è solo un bancomat dove prendere lo stipendio il 27 di ogni maledetto mese, e dove lamentarsi dei propri problemoni. Per fortuna non tutti i prof e non tutte le scuole son così, per fortuna ci sono persone che lo fanno con amore il proprio lavoro, e provano a trasmettere ai propri studenti qualcosa in più delle mere nozioni (nozionismo altro problema della scuola italiana, tutto si fonda su programmi e test, nient'altro, come se gli studenti, ovvero i cittadini del domani, fossero solo un contenitore da riempire con nozioni e null'altro). 
Tornando al film di certo non un capolavoro, non il miglior documentario (manca l'oggettività come il seitan ad un raduno di grigliatori estremi) però rimane un buon prodotto che mostra la realtà di molte scuole, il modo in cui i ragazzi sono educati alla vita, di come il sistema mafioso sia inculcato in loro attraverso l'accondiscendenza viscida e servile verso il superiore.


Qui sotto il link al tubo del film completo

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