The Iron Lady (2011) di Phyllida Lloyd

dopo aver visto all'arena Florence e Due uomini, quattro donne e una mucca depressa (il secondo da evitare come la peste, se non per riderne fino a morire, si passa alla visione casalinga della signora di ferro..


I biopic non mi han mai convinto: sono un genere che non mi attrae e non mi convince: se voglio sapere qualcosa su qualcuno mi guardo un documentario, preferisco le scene vere, le interviste, gli articoli e gli interventi, non la ricostruzione di una parte della sua vita ad opera di un regista che ne fa quel che vuole facendoci vedere quel che vuole (cosa che può chiaramente avvenire anche in un documentario, ma è molto più difficile farlo). 
Il film viene fatto due anni prima della morte della lady di ferro (ovviamente non potevano saperlo) quando Maggie era non più viva, ma non ancora morta: i figli reagirono molto male all'uscita del film, mentre la Streep ha incontrato la Tatcher, ma non è dato sapere cosa si sian dette. Il motivo di "riesumare" un personaggio del genere non è chiaro: ha fatto discutere all'epoca, spaccando la società in chi la difendeva e chi la odiava, e lo stesso farà questo film (con buona pace dei produttori, che avranno comunque un sacco di pubblicità gratis) dimenticando e allontanandosi da quello che è il prodotto: un film, non un saggio politico-economico sugli anni '80 dell'Inghilterra. La Streep è molto brava, più brave la truccatrice e la costumista, la regia è invisibile (nel senso brutto del termine), le musiche ottime, ma sprecate in questo contesto. 
Quello che vediamo è la storia di 11 anni e mezzo di Inghilterra, con tutti gli atti, eventi, casini, cazzate successe, attraverso i ricordi di una vecchia malata di Alzheimer, una scusa banale a servizio di una regia così sciatta che neanche la recitazione magistrale della Streep può non far notare. Gli eventi arrivano casualmente, con un vago ordine cronologico, che mostra l'ascesa e la disfatta di una grande politica, prima che la distruttiva vita di una madre/moglie troppo intenta a lavorare per badare alla famiglia. Questa voglia, quasi un bisogno, di far diventare umana una persona che sarà sempre e comunque ricordata per le sue scelte politiche mi sembra stupido, quanto inutile: è molto più utile vedere un documentario, con scene, interviste, estratti reali ed effettivi, tanto la persona, purtroppo o per fortuna, la conosceranno solo coloro i quali le son stati vicino nella vita.
Comunque ci sono scene che sembrano più tratte da un film, che l'intero film. 

Niente di che, da vedere solo se si vuole completare la filmografia della Streep; ma magari può servire a qualcuno per avvicinarsi ad un periodo storico che il cinema finora ci aveva raccontato solo attraverso i poveri minatori, o i poveri disoccupati; e forse non ne sentiva nessuno la mancanza.






Commenti

  1. Concordo: il film è un polpettone insipido, ma LEI è talmente brava (potrebbe recitare anche nel catalogo Ikea) da far sopportare tutto

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    1. esaaatto


      a proposito di gente che sta nei cataloghi
      https://www.youtube.com/watch?v=n6_U8SAfTU0

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